Dalla leggenda al mito. Erodoto di Alicarnasso introduceva così le sue Historie: “gli avvenimenti degli uomini non svaniscono col tempo e opere grandi e mirabili non restano senza gloria”. Ciao Elizabeth.
martedì 23 agosto 2011
Oscar, amanti e diamanti: il mito di Elizabeth
Le divinità, come è noto, sono eterne e in quanto tali non possono morire. Brilla nel firmamento Elizabeth Taylor, molto di più di un diamante da 70 carati, e la sua luce è così potente che illumina il mondo. Tutte le volte che gli occhi possono godere della sua immagine impressa sulla pellicola: in bianco e nero o a colori. Con gli occhi viola o in visone. A casa di James Dean. Mentre bacia Rock Hudson. Uccide uno schiavo. Ama Cesare e poi Marcantonio. Miagola su un tetto, urla in manicomio, abbraccia Mongomery Clift e inveisce contro Richard Burton. Perché lei, l’ultima delle stelle di un’epoca ormai lontana, la più brava, l’inossidabile bisbetica domata che si riflette in un occhio d’oro, ha vissuto al massimo fra eccessi e follie. Ha amato la vita e superato malattie, traumi e vedovanze. E nel frattempo è riuscita a crescere quattro figli e ha saputo farsi amare anche da questi e da ben nove nipoti che l’hanno accompagnata fino all’ultimo respiro. Solone diceva che un uomo non può dirsi felice finchè non muore felice. Questa super donna, leggendaria attrice, baciata dalla fortuna e dalla bellezza, ha contribuito col suo carattere a forgiare l’immagine di una donna nuova, emancipata e combattiva. Ha amato tanti uomini e otto volte si è sposata. Ha ceduto al suo carisma persino l’efebico Michael Jackson. Cinque volte si è rotta la schiena. E’ sopravvissuta ad un tumore al cervello, uno alla pelle e a due polmoniti. Negli ultimi venti anni si è impegnata seriamente nella lotta all’Aids.
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