lunedì 28 marzo 2011

Le biglie specchianti di Yayoi Kusama

Enormi biglie specchianti sul pavimento della sala ovale del Gagosian, sei tele, di cui due autoritratti, una “zucca bacata” e un cubo specchiante. L’esibizione propone un percorso nell’opera dell’artista giapponese ultraottantenne Yayoi Kusama. A partire dalle sfere di Narcissus Garden che la fanno notare alla Biennale di Venezia del 1966. Vendendole in abiti tradizionali agli avventori guadagna l’attenzione del mondo e un posto nella storia dell’avanguardia che apprezza la sua eccentrica riflessione sulle dinamiche commerciali dell’arte.

Yayoi Kusama, 33° Biennale di Venezia, 1966
Molto più recente Passing Winter (2005), un cubo di specchio, forato da circonferenze variabili: affacciarvisi è un’esperienza esistenziale più che voyeurista. 


Al centro dell’anticamera più piccola della galleria troneggia una zucca d’alluminio pure questa con superficie riflettente, Reach up to the Universe, Dotted Pumpkin (2010) (vedi foto 3). Piena di buchi permette di guardarne l’interno rosso brillante. Sulle mura in tinta della stanza tanti specchi convessi. 


Meno incisive le opere pittoriche.Sebbene si presenti in forma entropica l’opera di questa artista giapponese pone in dialettica definendoli come separati e contraddittoriamente contigui l’interno con l’esterno e il contenente con il contenuto.

In Kusama la riflessione ontologica è accompagnata da una componente più ludica che inquietante, se confrontata con artisti più giovani come Anish Kapoor (al lato) che hanno fatto dello specchio una cifra espressiva ricorrente, così che addentrarsi nei suoi spazi creativi è più facile per un fruitore, anche perchè le dimensioni sono mantenute in un range umano.  Ma l’apparente accessibilità e la seduttiva immediatezza sono il rovescio di una ricerca che si muove invece negli spazi profondi dell’infinito cosmico. La Kusama è presente in tutti i maggiori musei del mondo, dal Moma di New York, al LACMA di Las Angeles, al Centre Pompidou di Parigi, al Museo di Arte Moderna di Tokio. 

Pluto in Bone Trouble (1937)